Trilogia degli sciocchi
di Ade Zeno

la partita

A marzo fanno dieci anni. Me ne sono accorto per caso, mentre cercavo altro spulciando nel mio archivio pieno di oggetti smarriti, scheletri e sante idiozie. Dieci anni ellittici in cui è successo di tutto, un tutto che come sempre si approssima al niente. Dieci anni che partono dalle prime settimane del 2003 – quando mi venne l’idea di scrivere i dialoghi per un cortometraggio – e arrivano ai primi giorni di un 2013 per varie ragioni molto più delirante e funambolico dei tanti 2013 in cui avrei immaginato di sopravvivere. Quei dialoghi – visti oggi mi sembrano spaventosamente sciocchi – si trasformarono presto in un filmetto intitolato Queste parole. Girarlo fu uno spasso. L’anno successivo venne il turno di Lepidotteri e il 2005 si chiuse con La partita. Se non sbaglio furono spassi anche quelli. Poi, comunque, basta.
Non è una regola imprescindibile, ma a volte tre cose raccolte insieme fanno una trilogia. In ogni caso dieci anni messi in fila fanno un decennale. Una buona occasione per riprendermi qualcosa che avevo perso, ho pensato. Perché ciò che si dimentica si perde, e io questa Trilogia me l’ero quasi dimenticata, non la consideravo proprio più, al punto che le poche copie rimaste stavano letteralmente marcendo. Insomma smarrirla del tutto sarebbe stato un peccato. Allora mi sono messo qui e ho tolto un po’ di polvere. Mentre lo facevo mi è successo di pensare con nostalgia a molte cose, alcune delle quali riguardavano gli amici che lavorarono dentro e fuori quei set improvvisati. Uno in particolare, Andrea Nistolini. Per varie ragioni ci siamo persi di vista e ritrovarlo sullo schermo dopo tanto tempo mi ha fatto tornare la voglia di alzare il telefono. Ecco, non sono ancora sicuro, ma ci sono buone probabilità che finalmente mi decida a farlo.