Atti Impuri, vol. 3 — Editoriale

Come diceva qualcuno, la letteratura passa sulle cose sbadata, non sa più nemmeno scrivere e crede nel futuro. Naturalmente è una citazione colta, di quelle che solitamente si usano per divertire e impressionare, o peggio ancora per aprire con eleganza un editoriale. Ci resta comunque il piacere di appropriarcene, di farla nostra per un momento fingendo, da mistificatori quali siamo, che sia stata scritta apposta per accogliere questa terza uscita impura.

C’è voluto quasi un anno per arrivare fin qui e noi, malgrado tutto, ci ostiniamo a fare i conti con il futuro, o quantomeno con la sua idea, la sua visione sbiadita che ha accompagnato con perfida costanza ogni singolo passo del nostro piccolo sogno. Un sogno che, sia chiaro, per sopravvivere ha dovuto anche fare a pugni con oceani di incognite, rocamboleschi salti mortali, e con il più temibile dei naufragi possibili: il presente. Dal presente, del resto, si può sempre fuggire facendo il morto o il pazzo. E la scrittura ha spesso maneggiato il mondo circumnavigando attorno agli abissi della follia e della morte, sfidando entrambe con lucida incoscienza.

Atti Impuri è un luogo immaginato per chi subisce il fascino violento dell’opposto dal presente e da sé, dell’ordine e della deriva. Del viaggio inteso come mappa e sconfinamento. Un’officina per piccole false testimonianze, ugualmente ostile agli spiritosi e ai privi di spirito. Un laboratorio per la costruzione di qualcosa di simile — per dirla alla Volponi — a un pianeta irritabile, inesausto e irriducibile.

Il terzo numero ospita le parole di diversi autori che hanno affidato a questo spazio il loro lavoro sulla scrittura, e in particolare sulla prosa breve, misura instabile e ondivaga per tradizione; un modulo capace di confrontarsi con la narratività come con il lirismo, con l’onirico e con il reale, con la lingua logorata dalla quotidianità e con quella della memoria letteraria. Nella sezione dedicata alla prosa italiana abbiamo dunque provato a combinare tutte le differenti direzioni e i loro incroci più singolari.

La sezione Il prossimo tuo, dedicata alla scoperta di scritture oltre confine, accoglie invece due racconti di Tony Ardizzone, autore italoamericano di terza generazione, i cui segni dell’identità etnica si accordano al realismo urbano e magico nel delineare personaggi e storie ambientate nel Midwest.

Con questa uscita inauguriamo, inoltre, la collaborazione con una delle più vivaci realtà culturali ed editoriali presenti oggi a Mosca: il Gulliver Russo, che è prima di tutto una comunità di intellettuali con l’ambizione di riportare la poesia alla sua fonte mitologica; progetto che presuppone non solo un lavoro con la parola, ma anche l’azione, il rituale. Il loro programma editoriale, in linea con l’esperienza del samizdat, prende il via innanzitutto con la pubblicazione di poesia e prosa contemporanea, per ampliarsi successivamente con un portale video GVIDEON, al cui interno è possibile rintracciare materiali che spaziano dai videopoemi a registrazioni di performance, interviste e programmi televisivi dedicati alla letteratura. Una cooperazione che ci permetterà di aprire una piccola finestra sulla realtà moscovita, tra le cupole d’oro e la pietra bianca della loro lingua, ad iniziare da Marianna Gejde, giovane scrittrice e poetessa di straordinaria potenza stilistica e tensione metafisica, qui presente con alcune brevi prose visionarie; e che, reciprocamente, sottoporrà all’attenzione del pubblico russo alcuni nostri autori.

Il dossier Scritture di ponente è stato invece ideato da Marino Magliani, che l’ha curato insieme a Claudio Panella, e ospita testi inediti di Guido Seborga, Elio Lanteri e Lorenzo Muratore accompagnati dai ritratti dell’artista Sergio Biancheri: a Ciacio, e ad Adriana Lanteri, moglie di Elio, va il nostro speciale ringraziamento.

Prosegue, inoltre, la collaborazione con il Premio Calvino: dall’edizione 2011, appena conclusasi, abbiamo scelto di proporvi le prime pagine del romanzo diaristico-epistolare Le sorelle Soffici di Pierpaolo Vettori, segnalato dalla Giuria del Premio con una speciale menzione.

Dulcis in fundo, nella sezione dedicata alla poesia contemporanea, un’importante scelta di liriche di Giuliano Mesa, presentate da Andrea Inglese, che siamo particolarmente orgogliosi di ospitare tra i materiali impuri.

Sommario del volume

Elisa Ruotolo: Plenilunio
Giuseppe Caliceti: Storia avventurosa degli abiti che indossa
Giuseppe Schillaci: Taxi girl
Gianluca Mercadante: Testimoni dell’estintore
Demetrio Paolin: È un bene, che la casa diventi nuda
Riccardo Ferrazzi: Anime gemelle / Occasioni mancate
Tony Ardizzone: Gli occhi dei bambini / L’uomo del film
Marianna Gejde: Prose brevi
Marino Magliani: Il mio far West
Guido Seborga: Vietato incontrarsi / Nascita del povero
Elio Lanteri: Licia pescava a ponente / Gli strusciai
Lorenzo Muratore: Fanciulli di sabbia
Pierpaolo Vettori: Le sorelle Soffici
Marco Candida: Forza incendiaria
Gianni Tetti: Mia madre gialla
Maurizio De Giovanni: Storia di Maria
Marco Giovenale: Hector in fabbrica
Gabriele Frasca: Tre vignette da Rimi
Giuliano Mesa: Poesie scelte

Presentazione degli altri numeri della rivista

Editoriale dell’ultimo numero della rivista.
Editoriale del vol. 4 della rivista.
Editoriale del vol. 2 della rivista.
Editoriale del vol. 1 della rivista.

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