Mosca dalle mille e mille cupole di Michail Bulgakov

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«…E io, dalla mia stanza al quarto piano, ingombra di libri presi alle bancarelle, sogno di spingermi sulle colline dei Passeri in estate, e di osservare, dal punto in cui Napoleone guardava Mosca, le mille e mille cupole che infiammano i sette colli e Mosca che respira e risplende. Mosca, madre…» (Michail Bulgakov, Mille e mille cupole, marzo 1923)

 

 

 

Mosca dalle mille e mille cupole di Michail Bulgakov (tradotto da Elisa Baglioni per Passigli editori) è appena uscito e verrà presentato a Torino, presso la Libreria Pantaleon (Via Grassi 14), venerdì 21 aprile alle ore 19. Questo il link con tutte le info per partecipare all’incontro.

 

 

Tra il 1922 e il 1924, Michail Bulgakov pubblica degli straordinari feuilleton in cui tratteggia la nuova Mosca, ora capitale della neonata Russia dei Soviet. Si tratta di reportage, aneddoti e descrizioni della vita moscovita ricchi di ironia, satira e denuncia sociale che ci restituiscono un’immagine inedita della città all’indomani della Rivoluzione, e nei quali l’autore sembra volerci accompagnare per mano alla sua scoperta. Ne risulta un quadro ben diverso da quello fornito dalla propaganda: una città in frenetico e continuo movimento dove nascono caffè, teatri, negozi, che si apre alla modernità e a una vita più libera; ma è anche la Mosca dei mendicanti e degli straccioni, della fame, della lotta disperata per la casa, del mercato nero, dei ricchi imprenditori senza scrupoli e dell’ignoranza e volgarità dei piccoli burocrati del nuovo potere… Senza dimenticare la vena satirica che lo contraddistingue, Bulgakov si fa, come ricorda Elisa Baglioni nella prefazione che accompagna questa sua traduzione, «il cronista di un cambiamento inarrestabile verso la modernizzazione e coglie i contrasti e le dissonanze che fanno parlare Majakovskij, tre anni più tardi, dell’esistenza di due Mosche. La Mosca sonnolenta che insegue il cigolio dei carri e l’altra insonne che “viene costruita e ribolle”, a cui tocca “trattorizzarsi e fordizzarsi” per tirar fuori la campagna dal letargo».