Due poesie incivili
di Fabrizio Bajec

Cancellato dalla carta geografica*

Ci togliamo in silenzio i kimono,
il nero, il bianco, la sessione finisce
senza commenti, Anne sembra inquieta,
siamo solo in due oggi e lei deve
tornare a casa per riuscire di nuovo.
Ha associato quel dovere alle voci
su una guerra in arrivo, un uomo le ha detto
che Israele allerta il suo popolo; l’Iran è il bersaglio.
A Tel Aviv fanno prove coi bunker,
mostrano alle gente come scendere.
Confermo con l’annuncio della stampa.
Anne non è affatto rassicurata e il suo amico
non può nulla contro uno Stato insensato,
deviato dalla paura, sordo al pianto dei più deboli.
Che pungoli allora le Grandi Potenze
in vista di un massiccio raduno aereo?

Ci sediamo, come sotto una doccia
che sciacqua via le voci, perché la stampa
non faccia del nostro inconscio una colonia.
Lontano da qui scorre l’oro nero, quello bianco
è cambiato in denaro, e i radar segnalano
un invisibile arsenale alle porte
della città santa. Non abbiamo altro
che sospetti all’uscita del palazzo
e gravi saluti, come se rivederci
potesse ancora farci bene.
* è ciò che Mahamoud Ahmadinejad ha promesso a Israele

Minacce

È titubando che mi piazzo davanti all’insegna del ristorante,
un profondo malessere mi accompagna da qualche minuto,
la testa e le gambe si afflosciano, gli occhi pesano, le vertigini
mi fanno dire: ecco, sto per cadere, Karla non è raggiungibile,
urge un’ambulanza, non è il cibo o una carenza di ferro,
è il cervello, un litro d’acqua nel cervello, prendete il mio telefono,
non riesco a visualizzare la lavagna: riso alle visciole…
dovrei fermarmi; poi il desiderio di far domande al cameriere.
C’è anche l’opzione vegetariana nella cucina persana. Mi scusi,
il suo paese verrà attaccato quest’inverno, pensa che valga la pena
di bombardare Israele prima dell’ora stabilita? Al che potrebbe
confessarmi che la sua patria non gli interessa più, che bruci !
L’importante è soprattutto esserle sfuggito. Oppure ci ritorna
l’inverno e ritiene che lo stato di Israele abbia infastidito tutti
con le sue richieste, e che a proposito gli ebrei sono responsabili
del secondo conflitto mondiale e lo saranno del terzo, perché
non creda che li lasceranno da soli, o che noi saremo soli
in questa polveriera indescrivibile, ognuno troverà il suo conto.
Ma perché mischiare gli ebrei con la politica sadica
di uno stato masochista e non laico? E qui lui ribatterebbe:
perché non lo sarà mai, laico, il suo scopo è punire.
No, è avere un po’ di pace! No, è il potere di estendersi ancora…
Mi sembra che l’Iran non sia più libero, se lei si trova qui.
Avevo quasi rimosso il mio malessere quando gli ho lanciato:
siamo franchi, ce l’avete o no questa bomba? Pareva nauseato –
non mi ero neanche seduto a ordinare qualcosa.
Se le rispondo, mi dica, il mio ristorante salterà in aria?
Volevo solo scambiare qualche idea, sapere che succede
sull’altra sponda, e dato che lei sembra abordabile, per così dire…
Ma non ho questo coraggio, e sono rimasto coi miei sintomi
allarmanti fino all’ora di ritrovare un amico e sentirlo
pronunciare la parola “frattura”, che suona un po’ forte oggi.