Due poesie
di Stefano Raspini
Grazie dei fori
abramo non fosti con l’alzheimer
quando dici
mi sembra che il deserto respiri e tutto si muove
di là dal mare
come se le dune sono vive e in
testa gli scorpioni hanno il velo e gli occhi
si palesano solo dentro i sassi
che rizzano le braccia
e blu è il sangue che scorre il fiume umano
battezza i morti riconosce i giusti
gira intorno al nocciolo e indica il punto nero
la memoria è schizzofrenica
ricorda ciò che fa comodo
si concreta e arida non sputa la sua bocca
il verbo si fa fuoco e grida vendetta
uccide a turno
la storia era sazia
come i colorati avvoltoi che stanno sopra ai capi della saggezza
oggi a roma
ieri a gaza
alessandria
kano
Tenochttitl‡n
decidono loro quando dio usciva dal guscio
e digerisce il male dopo averlo pregustato
nei sogni in chiaro visibili agli abbonati
ma intanto muori e tre ti uccidono
tre che son un dio medesimo
due litigano e uno guardava e non giudica
quattro i tuoi anni per quaranta e quarantamila volte
sempre lì a turno ti massacra l’unico mostro
con tre fauci senza testa
denti come spade
e cori come bombe
lanciante negli spartiti
d’organo
non temere bimbo per la tua anima
la venderanno al mercato celeste
temi per il tuo corpo
che mai hai visto crescere mai hai visto correre sudare amare
gioire del piacere di un altro corpo contro il tuo
non c’era vita eterna a gaza né salvezza né altro
pistolero che verrà a vendicarti
piangi bimbo ne hai ragione un carro armato ha spezzato
il tuo lecca lecca la tua testa è raccolta dal tuo
angelo custode
domani apre la borsa
sei quotato
vali molto come derivato.
Non andrai allo stesso posto che in terra hai segnato
non andrai allo stesso posto che in terra hai segnato
lassù nessuno tiene ferme le carte dell’universo
le radici dell’ulivo e della limetta che la luce oscura si era legata in vita
davanti al tempo anarchico
allo spazio vago
sono scie di menzogna pura
e ogni bomba che cade quaggiù sposta l’asse del tutto
perché il grido di un fanciullo rimbomba nel silenzio assoluto
mentre il megatone non fa rumore
dio in terra è vivo e sordo come un cannone che rincula
lui ha creato questa striscia di dolore
ma se guarda in alto
non si vede arrivare il suo potere
è uno spastico dio
la bomba bambino lo caccia nella galassia lontana
e vicino
piange la sua impotenza svelata
mentre coriandoli di carta lo ricoprono di pietà stampata
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La redazione di Atti impuri
Scheda dell’Atto impuro
- DATA PUBBLICAZIONE:
- 26 luglio 2014
- CATEGORIA/E:
- Azioni
- TAG:
- dio, Palestina, poesia, Stefano Raspini
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