Colore Iguale
di Stefano Raspini

è spuntato il tramonto al posto del mattino
di questo presidente tuttofare ci resta lo sperma
l’odore acre dei suoi figli… persino
la chiave di san pietro rotta nella toppa
e guardate questo povero paese
con le sacche piene di buchi
il vino cola sulle pance sfornate dalla terra
con camice a righe
e profumati destini
belli con bottoni laccati
cadaveri in fila
ridanciani
armati per sfondare un muro aperto
portano i bauli pieni d’oro
rinforzati col voto popolare i voti alla madonna
le preghiere a san gennaro
che sciolga
il sangue dei poveri perché lo si possa
succhiare
meglio, con vigore!!
niente deve restare
di questa carcassa italiana
io non sono un poeta che sublima il cazzo
duro nel culo con sorrisi di circostanza
questo non è un mattino è un tramonto
taci vigliacco masturbatore adoratore
di te stesso pensa ai figli dei figli dei
figli che verranno tu che hai disperso il seme
nella mano
tu poeta? tu cantore? tu testimone?
io porto il tramonto e sorrido
niente vita a chi questa vita rinnega
questa è
una rete piena
un nettar perpetuo
un morto che risorge
una basilica che si erge
questo è un cane che saltella mentre
la nonna bacia il video del papa
un’auto rossa che sfreccia al tavolo dei ruffiani
s’ingrossano i maiali
non conta!! abbiamo
l’aulico francesco che ai lupi parlerà… sì… domani
roma milano città dentro i confini della realtà
mai nazione
non c’è mai stata qua
tra questa pianura pece queste colline rase
questo marciume che non concima ma
nasce dove han seppellito il fiore…
è spuntato il tramonto al posto del mattino
getteranno acqua sul fuoco
il colore è iguale fratelli
date una carezza al teschio del vostro bambino
è la carezza di giovanni
che muore per un tumore
lo stomaco non sopporta
il cibo
divino