Parlo dentro
di Andrea Lorenzoni
non dimenticare luna e mare
dimenticali invece
se ti senti felice, uguale
ma misurane il rischio
nei quarti di luna, nella luce
che serotonina viene, tutta parole
che recano l’incanto del bello
logica inconscia, affonda
desidera, schiocchi cellulosa
che TV irretisce e capisci
solo se per due anni non guardi
ma dialoga, svengo di me
il padre che ti ha creduta
languida di odori, adesso
***
vita che più ti slanci alla domanda
e al gioco, persuado la vacanza
degli occhi, genitore della cultura
la mano sulla creta si strema
per cura di lei cambia l’assetto
chimica del sangue stancato
l’aria pasce la verzura del pensiero
trascina alle spalle l’uscio
chiude al prima senza cruccio
ora il pensile prende tessuto
***
e sulla palpebra
i cerchietti di cobalto
strabiliano un ciclo di lune
onirico lacerto di storia, privo
***
scorriamo in blocco mattutino
il carso iterato di etnie, odori
a voce alta, stima, russa coi figli
sorride alla moldava il pakistano
ucraina, non so distinguere
come africana parla bolognese
il drogato, l’anziano non respira
intubato nel traffico, il bambino
fa integrazione, piccolo, col Brasile
riconosco l’accento, la filippina
penso cilena, cubana, il Maghreb
ex boria: la suoneria sfrontata
splendono le italiane, volte griffate
troppo, fuori le mura cambia
già a Casalecchio il south Bronx
gli stati uniti da corpo o da cultura
centuriazioni salendo Monteveglio
il trio iterato, il bimbo cresta il lobo
orecchia la madre, lo farà da grande
a letto l’amore col partner
incista la più piccola a passeggio
la culla arrota, discende le porte
e sale il bulgaro, stringe le mani
ai compari, deciso non guarda
gli occhi, anche, loro volta, prima
***
donna occhi chiari linea turge
il labbro e solida riempie il volto
mi fonde la pressione, tradizione
la ragione di simbiosi potenziale
l’amore piano, le vesti le volano
suonabili, fregiata di scuola
da liutaio in vetrina per gioco
la pelle il desiderio che faccio
mentre ti accordo la sapienza
non conosco l’artigianato, ammiro
cerco la struttura, che sia degna
***
lì dietro girato il lato del corpo
si vede il settore dei sovversivi
di parola, almeno, di fatto i lettori
si fanno ladri e il ripiano un cavò
il rancore per il potere reale, lo schiaffo
non puoi e la ragazzina piange
paventa la polizia, esaurito, amaro
il salario, ripiego per amore impiego
da libraio, motore di ricerca
lo sa, il magnete non va in tutti i libri
Potete ascoltare la raccolta nella versione sonorizzata qui
Da Andrea Lorenzoni, Parlo dentro, Edizioni Prufrock Spa, Rovigo, 2012.
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