Invito al viaggio verso una rivista per i giorni futuri

Gentile e stimato tu,

l’intenzione di queste prime righe è quella di inaugurare e liberare gli spazi di un luogo. Un luogo che oggi iniziamo a costruire e che vorremmo arredare pezzo dopo pezzo insieme a te. Fra entusiasmi, piccole battaglie, grandi sconfitte, miracoli e Maledizioni, abbiamo consumato gli ultimi dieci anni a immaginare, inventare, biascicare, e giocare ostinatamente con geometrie mentali di questo e di altri mondi, scegliendo come mezzo per attraversarli l’unico che sentivamo a noi congegnale: il putiferio delle parole. Parole scritte, lette, dette, sognate, parole inabissate, scoperte, friabili, incrollate, parole che raccontano, ridono e offendono, non importa come, purché lo facciano come si deve, cioè: bene. Insomma se abbiamo deciso di risucchiarti è perché sappiamo che questa particolare forma di bene appartiene anche a te, e perché insieme a te vorremmo condividerla adesso, qui. Atti impuri non è una rivista come tante, o un palinsesto a tema. Atti impuri è appunto, più temibilmente, un luogo. E questo luogo, che sta prendendo vita in rete, presto, molto presto, diventerà anche un oggetto fisico, un corpo. Come tutti i corpi avrà una forma – rettangolare, flessibile – e un odore – di inchiostro fuso su carta martellata – e avrà dello spazio da occupare, da riempire fino all’orlo, da far vivere il più a lungo possibile. Riempire con cosa? Con te. E con tutte le parole materiali dei tantissimi amici che hanno già risposto al nostro invito. Atti impuri sarà a breve un oggetto da sfogliare, ma al momento è principalmente un luogo da fare, da scrivere, qui.

La nostra non è tanto una sfida, quanto un consapevole atto di presunzione: la presunzione di occupare il posto mancante di un tassello inesistente. Atti impuri proverà dunque a raccogliere un numero rilevante di racconti perfetti, di recuperi da galassie disfatte, scoperte di nuovi mondi in versi modellati dalle migliori penne in circolazione al giorno d’oggi. In Italia, soprattutto, ma non solo, perché per alimentare un’ambizione bisogna spostarsi anche altrove, sfondando le linee per andare a snidare nuove voci oltre altri confini, a due passi da noi ma ancora lontane. Un luogo plurimo, allora, in cui favorire la fusione di materie prime diverse, distanti, magari addirittura in contrasto fra loro, ma accomunate da non negoziabili spinte verso l’urgenza di trovare le parole giuste per modellare un immaginario.

Ecco, ora possiamo incominciare.

Con l’augurio di fare un buon viaggio, e di arrivare dove, fortunatamente, ancora non sappiamo.

Sparajurij