Per Adriana (con Elio)

Dopo quella di Federica Cappelletti, a lungo compagna di Francesco Biamonti e mancata lo scorso aprile, ci è giunta ieri la notizia della scomparsa di Adriana Fornacca Lanteri. Da ormai dieci anni, Adriana era vedova dello scrittore Elio Lanteri, un autore che in età matura – e con il suo aiuto determinante – ha sorpreso i non pochi lettori e lettrici di una coppia incantevole di romanzi ambientati nell’estremo ponente ligure, La ballata della piccola piazza (2009) e La conca del tempo (2012), poi raccolti a cura di Marino Magliani nel volumetto di Transeuropa intitolato Romanzi di frontiera (2018).

 

Lanteri Adriana a Elio 1961 dal n. 85 de "La Riviera Ligure"Quando Elio è mancato, è stata Adriana a recuperare i suoi testi scritti su quaderni come quello che gli aveva regalato nel 1961 con una dedica in cui si legge tra l’altroperché scriva ciò che ha in mente” (cfr. la copertina qui riprodotta da uno dei due fascicoli della Riviera Ligure che la Fondazione Novaro ha dedicato a Elio Lanteri nel 2018 e nel 2020).

E così mentre lei, specialista di letteratura e poesia spagnola, traduceva interi volumi a macchina usando il retro dei volantini della Camera del Lavoro dove lui lavorava, Elio, con calma, nel corso di quattro o cinque decenni, tra il loro matrimonio del 1962 e il nuovo millennio, si è messo a scrivere. E nel 2011, grazie ad Adriana, sono comparsi due suoi altri racconti postumi, favolosi, che su consiglio di Marino Magliani lei concesse di pubblicare in Atti impuri, vol. 3, cosa di cui le saremo sempre riconoscenti.

 

Dopo aver partecipato con Elio a tante iniziative dell’Unione culturale democratica di Ventimiglia/Bordighera che negli anni Cinquanta e Sessanta tenne a battesimo i giovani Francesco Biamonti e Lorenzo Muratore (altri esordienti tardivi da mozzare il fiato), Adriana ed Elio scompigliarono la sedentarietà quasi patologica di quei liguri di ponente andandosene a vivere per lunghi periodi in Spagna. A nutrirsi di musica e Garcia Lorca, scritte sui muri da cui trarre neologismi iberico-franco-italiani con cui giocare, versi di Juan Rulfo e Goytisolo da mandare a memoria…  per poi ritrasferirsi a Costa d’Oneglia intorno al 1993.

 

E, ancora, vivere e scrivere… altro che il desvivir (chi può, capirà).

LanteriAdriana