Rivalta
di Stefano Raspini

darei un dito di cristo
per essere un fulmine
nel cervello dei miei simili
vederli aprire la porta della sanità
con onde elettromagnetiche
fare il surf
sulla liberazione del mondo
senza famiglia
senza figli
senza tempo perduto

darei un dito del cristo
sopra rio de janeiro
per sfamare in eterno una favelas
gli uomini amano questa pietra oblunga
al collo dell’umanità
ci si legano
ci si buttano in mare
anche se non cade mai

rivalta oggi è vuota
e cristo lavora in brasile
hanno seni che smuntano il turno
e foruncoli come grate nel confessionale
urlano un’acquasantiera colma di spaghetti

dio è dovuto
pregno del passato
chi non lo ama si aspetti un oleogramma di lingua
e un gelato insipido
la mia vita è privata d’amore
di gocce di riproduzione
ha pannolini incelofanati
e grida obliate di briganti rosi
dal sole unico

rivalta spezza la meccanica
dove al posto dei motori
volteggiano i quarti di bue
non sanguinolenti
sfilati al passo di un’oca di flanella

i giorni dal salvadanaio escono
la conformità umana revisionata
ringrazia