a fare il promoter al centro commerciale
di Giacomo Sandron

durante l’ultimo colloquio sostenuto mi hanno proposto una nuova tipologia contrattuale ancora in via di sperimentazione ma destinata, mi hanno assicurato, ad avere una sempre maggiore diffusione: il co.co.pro.fa.go. che faccio, accetto?

la settimana prossima comincerò a lavorare in un posto in cui dovrò andare vestito con jeans, camicia bianca e giacca blu, praticamente come Matteo Renzi ma senza camper.

secondo giorno di lavoro vestito come Matteo Renzi: almeno un paio di clienti li avrei rottamati volentieri.

la cosa più interessante di fare un lavoro vestito come Matteo Renzi è rendersi conto che, in effetti, Matteo Renzi fa campagna elettorale vestito come un promoter.

oggi vorrei moltissimo essere sul posto di lavoro vestito da sacerdote invece che da Matteo Renzi e dall’alto del mio desk promozionale scuotere le coscienze dei miei simili. Fratelli! Sorelle! Scontate al vostro prossimo! Scontate a chi vi sta vicino! Abbiate pietà di chi compra a prezzo intero! Essi sono posseduti dal demonio ma non lo sanno! Scontate, Fratelli e Sorelle, Scontate!

a fare il promoter al centro commerciale, meno male che ci stanno i culi delle tipe che passano, che se no sì che sarebbe grave.

dietro il mondo c’è una foresta di gelati, fa un bambino a suo padre mentre entrano al centro commerciale. io sto lì in pausa che fumo una sigaretta e penso ecco, vedi, tre millenni di filosofia cancellati dalle parole di un essere umano di quattro anni. la mia esistenza in forma di adulto è cessata in quell’esatto momento.

indovinello: ultimamente faccio un paio di lavori, in uno indosso una camicia bianca e una giacca blu, nell’altro scarpe infortunistica e guanti da lavoro. qual è quella cosa che li accomuna entrambi oltre al fatto che chissà quando mi pagheranno?

stamattina presto andavo al lavoro e leggevo uno di questi free press che affollano le metro e c’era un’intervista a Nicole Kidman che diceva “A 45 anni voglio ruoli scomodi e provare disagio” e pensavo che, volendo, i contatti con un paio di cooperative potrei anche passarglieli.

non saprei dire cosa mi terrorizza di più, se le tipe eccitate che mi chiedono come raggiungere la fiera IdeaSposa trascinando per mano i futuri consorti, oppure i trentenni stempiati divorati dall’ansia perché non sanno dove iscriversi al torneo di Pokemon. il tipo del mio stesso anno devastato dalla psoriasi che deve cambiare la mail e vuole essere sicuro la newsletter gli arrivi anche sul cellulare, o i ragazzini che si infilano la lingua in bocca svaccati sotto le gigantografie delle robe di Kappa. in confronto, il vecchio che entra quasi tutti i giorni verso l’una e passa il tempo dondolando sulle panchine o ravanando nei cestini alla ricerca di giornali e fondi di caffé mi sembra quello più in bolla di tutti.

ieri dopo una settimana sono tornato al mio lavoro in camicia bianca e giacca blu al centro commerciale. nelle prime due ore l’unica cosa che avrei voluto fare era mettermi a piangere in mezzo ai corridoi. è stato molto interessante realizzare che se non passano dei casi umani a comprare la card che vendo, il caso umano divento automaticamente io che sto lì, appunto, a venderla.

a fare il promoter al centro commerciale c’è un signore di mezza età che ogni tanto passa, si ferma, saluta e, “ma lei è felice?” mi chiede, e va via. poi per fortuna ci sono sempre anche i culi delle tipe con i leggings.

a fare il promoter al centro commerciale un giorno in pausa pranzo uno si mangia un hot dog e comincia a pensare hotdog hotdog.
il giorno dopo ne mangia un altro e continua hotdoghotdog hotdoghotdog.
il terzo: hotdoghotdoghotdog hotdoghotdoghotdog.
poi mancano due ora alla pausa:
hotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdog
poi uno entra al lavoro al mattino:
hotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdog hotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdog.
poi uno finalmente sta a casa che c’ha il giorno libero:
hotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghot
doghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdog hotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdoghotdog.

a fare il promoter al centro commerciale il posto giusto per fare dello shopping il tuo passatempo preferito. Ma non solo! Aperture straordinarie, anche luogo di un divertimento, proprio per soddisfare il tuo desiderio di divertimento, scopri tutte, tantissimi vantaggi esclusivi ed occasioni, pensato per te, uniche, accesso privilegiato. È la card riservata alla clientela, nel cuore della città, più ricca e gratificante, esperienza in modo completo e coinvolgente il mondo, divertimento in cui mangiare, rilassante, andare al cinema, vivere, più in generale sempre informato su tutto ciò che riguarda il Centro Commerciale, dedicate solo a te!

comunque oggi, a fare il promoter al centro commerciale sono stato bravo, niente hot dog oggi, zero. avevo un pacchetto di pizzette fredde e due mele. in culo l’hotdog, ahah. c’erano tutti questi impiegati che mi passavano davanti mangiando hot dog e io come niente. in pausa pranzo stavo lì nel camerino dove la mattina ci cambiamo. stavo lì tutto solo con le mie pizzette fredde. zero hot dog. sbucciavo le mie due mele e l’hot dog mi faceva una pippa. addentavo le mie pizzette fredde e nemmeno un pensiero sull’hot dog. tabula rasa. la mia mente era mare calmo. nessuno spazio per l’hot dog caldo e fragrante a due euro e ottanta. mare calmo. pizzette fredde e mele. sono stato bravo. nemmeno un pensiero. hot dog caldo con maionese e ketchup. neanche una piega, zero. sono stato bravo. sìsì, bravo. sono stato bravo.

considerazione del giorno libero: a fare il promoter al centro commerciale il fatto non è tanto svegliarsi la mattina sapendo di dover andare a fare qualcosa di contrario alla natura umana che ti verrà retribuito tra un paio di mesi, o la sensazione di essere travestito da qualcun altro o storie del genere sull’identità, no, no, davvero, da questo punto di vista nessun problema, siamo tranquilli, il fatto è che fare il promoter al centro commerciale è proprio un lavoro di merda.

a fare il promoter al centro commerciale oggi è passato il capo per motivarci e darci le dritte giuste per vendere di più. era molto serio e ci ha detto che il segreto è fermare la gente, che più gente fermiamo e gli proponiamo il prodotto più possibilità abbiamo di vendere. noi alla fine eravamo motivatissimi e prontissimi a vendere di più. eravamo anche contenti perché ormai era chiaro che non avevamo un capo qualunque, avevamo un genio. genio.

a fare il promoter al centro commerciale quello di cui mi nutro in pausa pranzo, in confronto il colesterolo e i trigliceridi dei pranzi delle feste di Natale saranno una botta di salute.

a fare il promoter al centro commerciale mancava in effetti la signora che crede in dio, dice, e dio crea quindi non può distruggere il mondo e insomma secondo lei, checché se ne dica, andrà tutto bene e non succederà nulla, comunque la carta vantaggi la compra dopo il 21 che dopo il 21, dice, viene al centro commerciale tutti i giorni che tanto ci abita vicino.

a fare il promoter eccetera eccetera se attivi la carta così e così hai diritto per un tot a questo e a quello, anche a quell’altro, sia qui che là, oppure facendo cosà anche a un’altra cosa dall’altra parte, e poi in più ci sono questi da usare invece solo qua, fino a un certo punto e solo una volta, fallo un’altra volta, guarda in su, guarda in giù, dai un bacio a chi vuoi tu.

sinceramente un po’ mi dispiace non essere al lavoro al centro commerciale oggi che sono sicuro con questa storia della fine del mondo diversi clienti mi avrebbero tolto un sacco di soddisfazioni.

in questi giorni di frenesia natalizia, alla ricerca dell’acquisto scontato o della promozione dell’ultimo momento, andando nei centri commerciali troverete i promoter. date una carezza ai vostri promoter e dite: “questa è lacarezza del cliente buono”. troverete qualche lacrima da asciugare, abbiate per chi soffre una parola di conforto. il cliente è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza.

a fare il promoter al centro commerciale sotto Natale più che più buoni mi sembrano tutti un po’ più rincoglioniti, così a occhio.

diciamocelo, i centri commerciali senza i culi delle tipe con i leggings non avrebbero alcun senso.

oggi, a fare il promoter al centro commerciale a una settimana dalla fine di questa campagna promozionale, grandi novità. la rivoluzionaria strategia di marketing pensata dal capo prevede di lasciare un volantino tra le mani delle persone che ci passano a distanza di braccio. genio. genio genio genio.

e comunque, sui volantini nuovi di stecca, la carta vantaggi che vendiamo è, testuali parole, “la rivoluzione dello shopping intelligente”. e io che pensavo fosse una troiata per scucire quattro lire ai polli, pensa te.

a fare il promoter al centro commerciale in vista dell’imminente benedizione dei saldi invernali da oggi in entrata campeggia un bel cartellone che esorta: “Chiedete e lo sconto vi verrà dato”. giuro. sempre meglio. amen.

domani sarà il mio ultimo giorno da promoter al centro commerciale. non sto neanche qua a dirvi cos’è che mi mancherà di più di questo lavoro.

pensavo, adesso che non faccio più il promoter al centro commerciale ho di nuovo diverso tempo libero e non è che posso stare qui tutto il giorno a farmi consumare dalla nostalgia per i culi delle tipe con i leggings, giusto? allora pensavo, visto che nel frattempo sono diventato un genio del multilevel marketing, faccio qualche copia e incolla a caso e tiro su una lista civica per le prossime amministrative, che ne dite? ma così, giusto per far passare questi due mesetti, niente di impegnativo, anche se in realtà, devo ammetterlo, è da un po’ che covavo questo desiderio.

secondo voi, in quanto ex promoter al centro commerciale, posso dire di aver avuto esperienza nel mondo dello spettacolo?

da quando ho smesso di fare il promoter al centro commerciale non ci sono più i culi delle tipe con i leggings di una volta.

qua, a non fare più il promoter al centro commerciale, dopo gli hot dog e i culi delle tipe con i leggings, o mi trovo un’altra fissa o mi struggo di nostalgia.

devo aggiornare il curriculum ma non saprei bene a che punto inserire questa cosa dei leggings. competenze relazionali? organizzative? tecniche? artistiche? altra lingua?

prima ripensavo a tutti i clienti che mi sono passati davanti quando facevo il promoter al centro commerciale, a tutta quella umanità che mi ha tenuto compagnia in quei mesi. questa breve poesia è dedicata a loro, con affetto.

comprerebbero anche la merda
se fosse scontata
se avessero un angolino carino
dove tenerla
una volta cagata.

SandronBastaCentriCommerciali