Michail Ajzenberg – la poesia russa del sottosuolo
Nell’uomo vive l’acqua, e ribolle.
È sempre più chiaro e distinto,
che parla, l’acqua.
Con lo scorrere dei giorni
ci si convive sempre più a stento.
Non dorme mai
e non si tace.
E ti pare di forzarla a vivere, non come lei vive
nel tempo d’un lavoro vitalizio.
Affinché diventi ghiaccio cocente,
e diventi pietra corrente, l’acqua.
В человеке живет вода, и она кипит.
Все разборчивей и слышней,
что она говорит, вода.
С истеченьем дней
все трудней уживаться с ней.
Никогда не спит,
не безмолвствует никогда.
И поди заставь ее жить не так, как она живет,
в срок пожизненного труда.
Чтобы стала она как горячий лед,
как текучий камень стала она, вода.
***
D’un tratto arriva il nuovo,
un vero nuovo giorno –
come un gigante è pronto a tagliare la legna del bosco.
L’aria trema, fende la sua lama.
E la squadra, incrociando la strada,
se la dà a gambe levate.
Siamo ancora nuovi a questi passatempi.
Come fiocchi di neve catturati dai fari,
l’aria scende, tagliata in pezzi,
solcata da colpi di sciabola.
Ampie maniche girano a mulino.
Innocui mulini-giganti.
Compare alla finestra una testa
d’uomo, fatta di argilla.
Da vicino non sai dire, si distingue da lontano.
Noti la sagoma, il profilo è ancora incerto.
Chi è lui, il primo a far capolino dalla terra,
staccatosi dal fango solo ora?
Вдруг приходит новый,
действительно новый день –
как гигант, готовый вырубить лес.
Воздух дрожит, рассекает его клинок.
И отряд, идущий наперерез,
прочь пускается со всех ног.
В этих забавах мы ещё новички.
И как снежные хлопья выхватываются фарами,
опускается воздух, изрезанный на клочки,
рассечённый сабельными ударами.
Мельницей ходят широкие рукава.
Невредимы мельницы-исполины.
В окне появляется голова
человека, сделанного из глины.
Он непонятен вблизи, различим вдали.
Контур заметен, облик ещё неясен.
Кто он – впервые вылезший из земли,
только сейчас отделивший себя от грязи?
***
Un lago fitto d’erba
segue la danza delle zanzare.
Il giorno è una garza stesa sul viso
la sera – un’umida benda.
Imbiancando l’aria, una pioggia d’arabeschi
scende rada da una scorta eterna.
E tutto il giorno, immobile,
sta la sua diffusa massa.
Заросшее травою озерцо
следит за комариной пляской.
День марлевой ложится на лицо,
а вечер влажною повязкой.
Перебеляя воздух, дождик-вязь
чуть сеется из вечного запаса.
И целый день, почти не шевелясь,
стоит его рассеянная масса.
da Michail Ajzenberg, Poesie scelte, Transeuropa, 2013 [Traduzione di Elisa Baglioni]
Michail Ajzenberg è nato nel 1948 a Mosca. Architetto di professione, è una figura centrale della poesia non ufficiale moscovita degli anni Settanta e Ottanta. A causa della censura, le sue opere trovano piena diffusione in patria solo a partire dai primi anni Novanta. Ajzenberg è noto inoltre per i suoi saggi di critica letteraria, considerati tra i lavori più importanti sulla poesia contemporanea russa.
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Il libro sarà presentato il 16 luglio alle ore 19:00 presso la libreria Modo Infoshop di Bologna, in compagnia della rivista Atti Impuri e del peccautore Andrea Tarabbia:
Il punto sulla letteratura italiana ed europea
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