Crudità
di Milena Massalongo

Due donne siedono al bordo del traffico quotidiano al tavolino di un bar, protette da un séparé di piante finte, e parlano d’amore. Poi il discorso scivola su argomenti più triviali e si ritrovano a parlare della conoscibilità dell’altro, ovvero di ciò che uno potrebbe o non potrebbe mai fare. “Lo amo, e conosco ogni angolo del suo cuore” dice una, e ripete e argomenta in maniera molteplice la sua fiducia. L’altra tiene lo sguardo sul tavolo e sul traffico, ogni tanto alza un sorriso e due occhi stanchi, o che guardano da lontano. Quando arriva il caffè si fa silenzio, e quella che ha taciuto quasi tutto il tempo affonda il cucchiaino nel caffè senza aggiungere zucchero e attacca a mescolare, e mescolando dice: “Se un giorno lui si alzasse con un sogno ancora in gola e bevesse il caffè, ti desse un bacio come sempre, solo un po’ distratto, ma forse anche quello come sempre, uscisse chiudendo piano la porta dietro di sé e scendesse le scale alzando prima il piede sinistro anziché quello destro come al solito, sedesse in macchina e arrivato al primo semaforo fosse costretto a cambiare strada per un incidente; arrivasse al lavoro un po’ in ritardo e passasse la giornata in un grumo di pensieri che non riesce a pensare fino in fondo decidendo di staccare prima per il mal di stomaco, proprio adesso che ha deciso gli è venuto; si mettesse quindi sulla strada del ritorno anzitempo e prendesse un’altra strada anche questa sera, forse per fare prima, o per non fare sempre le stesse strade, e all’ultimo incrocio poco prima di casa – mentre tu, arrivata a casa prima del solito, ti svesti con stanchezza e apri l’acqua della doccia – lui urtasse violentemente contro qualcosa che gli si è parato di fronte all’improvviso, e le lamiere divelte già conficcate nel petto per effetto dell’urto gli spalancassero la cassa toracica, e proprio in quel momento qualcosa di pesante che era subito dietro di lui lo urtasse con una violenza tale che il cuore ne fosse sbalzato fuori mentre ancora sta battendo andando a finire sul ciglio della strada proprio sotto al lampione all’angolo della via; e già accorressero persone dalle case e dalle strade mentre tu finisci di farti la doccia, ti vesti e ti asciughi i capelli; e se poi al richiamo di una sirena lontana guardassi dal terrazzo vedendo gruppi di persone ancora raccolte sulla strada e decidessi per questo di andare a comprare gli ingredienti del suo piatto preferito, scendessi le scale di corsa e a un certo punto quasi corressi fino all’incrocio; ma quando sei ormai vicina, l’ambulanza stesse già svoltando al semaforo e quel che resta della macchina fosse già stato portato via, e rallentassi allora il passo perché intuisci che non c’è più niente da vedere, e camminando sul marciapiede cercando di ricordarti il motivo per cui eri uscita, fossi attratta da una macchia di rosso nel grigio generale, ti fermassi e ti chinassi per vedere di che si tratta, e, dopo aver estratto un fazzoletto dalla tasca del cappotto dove ne tieni sempre per prudenza, lo raccogliessi con dita un po’ esitanti mentre un’ipotesi comincia a farsi strada dentro di te, e anche se non puoi ancora credere ai tuoi occhi e non sai distinguere se sia d’uomo o più probabilmente d’animale, un primo moto di ribrezzo ti facesse allentare la presa già pronta a lasciarlo cadere: dì un po’, allora, tu, riconosceresti questo cuore?”, mentre finisce di mescolare e depone il cucchiaino accanto alla tazza da cui solo adesso alza gli occhi altrove.

Sembra che l’altra abbia risposto subito senza scomporsi: “Naturalmente”, esitando solo il tempo che basta per permettere a una sirena in lontananza di estinguersi: “Naturalmente. Il mio amore ha una valvola di plastica al ventricolo sinistro, praticamente da quando è nato.” Ma di questa risposta non vale sempre la pena di raccontare.

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Milena Massalongo ha un dottorato in Germanistica con una tesi su Brecht-Heiner Müller, pubblicazioni su Benjamin, Carl Schmitt, Aby Warburg, Brecht, Heiner Müller, Kafka, Kleist, Max Kommerell, tra gli altri. Ha tradotto inediti in Italia di Brecht, Carl Schmitt, Heidegger. Ha esperienze di scrittura narrativa, di messa in scena di testi, numerose pubblicazioni saggistiche a livello nazionale e internazionale. Collabora con il Dipartimento di Germanistica dell’Università di Verona.