Il mio gelato
di Stefano Raspini

Che fosse chiuso
ho sperato
fino all’ultimo
quel finestrone
che il drappo si potesse
strappare
che avesse un senso la mela di newton
non il baco d’argentina
opzione apri mente
in mano ad Ercole d’abiura
in modo che spiaccicato
dentro al piatto stia
il mondo su una stuola

IO in cima al lago
in piedi
ricordo un gelato
a riva trigoso
ENORME
questo cervello
il mio
sull’attenti mi diceva bravo
segui sempre il voler mio
lascia perdere ogni dio
che si affaccia dal balcone
sia buono o cattivo
racconta quel che vuol raccontare
ascolta solo il tuo gelato
le ombre non sono felici
sono tombe in coda al giudizio parziale
univeresale senza sale
cercano nuove linee nuovi piaceri
un autogrill sulla via lattea
del preseunto bene
la pace dei sensi come se i sensi fossero il male
il male è ciò che a me fa male
a me a me a me!
è questa vita che va perseguita
nessuna altra stima
nessuna preghiera
nessuna lingua si muova che non
sbatta contro la crema

fracasso!!
è uscito un dittatore dal balcone

giubilio!!
ha ucciso milioni di indios
e campesinos
un popolo diverso
non aspettato
stordito dalla croce
un solo dio
fa male
un solo dio è hitler
con l’aureola
è stalin coi baffi
illuminati
un solo dio c’era sul balcone
non spuntano il sole la luna
la pioggia l’arcobaleno persino
il destriero il sasso che riposa

spunta Videla che
parla di amore
di misericordia
di fratellanza
di amicizia
di solidarietà

e mangia
il mio gelato