la Storia finisce qui
di Stefano Raspini

ho visto carnefix anima dentro la vena di pixel
non faceva l’embolo faceva il sangue
non mostrava stupore né disonore
rideva sorpreso invasato incravattato
coi buoi che tiravano le fila ai carri rotti
in democrazia ci si dice tutto come
alla moglie rugosa danarosa
che non conviene smettere senno si
mangia amore amaro che sa di tappo
in democrazia apparire è un vestito sontuoso
ogni concetto e nella tela del lupo
ogni sorriso abbatte i razzi Neurone ogni
attacco è un dolore devitalizzato
un morale che morde la lingua del padrone
ho visto carnefix anima e la non rivoluzione
sedersi accanto, parlare giocare a dadi
col destino perdere i numeri perdere il filo
ho visto la notte continuare a sperare
e la tesa mano diventare tutto il corpo
da mendicare…… questa sera è morta
la roca primavera l’ultima vocale rimasta
è stata comprata messa sulla fronte
spaziosa che tutti la vedano e non sentano
il calore, la febbre che sotto cede
vedo, dunque vivo
vivo, dunque mostro l’immenso quadro
dove la cornice pensante critica
il quadro appeso qualunque concetto
colorato sia inespresso sia astratto
sia il ritratto è il mezzo che fa
il messaggio è l’occhio che tutte le
parti vuole le regole della nebbia
che si rendono regole d’onore
ho visto carnifex anima
ostragiare il sentimento
un patto con la carne che vale
il male seduto ovunque in sala
applaudiva fischiava portava le
lebbra alla bocca e contava
i nazisti alla porta
e bella ciao…
prona, violentata.
si uccidono le
persone
si uccidono in televisione
quelle vedenti
i carnefici sanno spiegarsi bene
hanno studiato hanno provato
hanno un gilè con una voce
hanno un pallino laser puntato
una minaccia costante
un mito un dio un saturno contro
un guerreggiante che va guerreggiando

hanno un telecomando