HILDA di Marie NDiaye al teatro i di Milano dal 7 al 26 novembre 2012

HILDA
di Marie NDiaye

traduzione di Giulia Serafini

regia Renzo Martinelli

con Alberto Astorri, Federica Fracassi e Francesca Garolla

in collaborazione con Face à face – Parole di Francia per scene d’Italia e Institut Français Milano

Marie NDiaye ci porge uno specchio in cui si riflette una società arrogante, in perpetuo movimento, corrosa da un cieco individualismo. L’autrice, attenta sul piano stilistico all’uso della lingua e alle sue variazioni, sul piano tematico concentra l’attenzione sulle dinamiche di coppia, di gruppo, di società per svelarne i giochi spesso cinici e impudenti.
Hilda racconta l’angosciante esistenza di una ricca e annoiata signora che vuole al suo servizio una vivace ed energica madre di famiglia, Hilda. Al cartello “Cercasi” risponde Frank, il marito di Hilda, alla disperata ricerca di un lavoro anche precario, ma è proprio Hilda che la donna vuole. L’uomo è costretto a barattare le prestazioni della moglie per il sostentamento della famiglia: la vita di Frank si svuota, mentre quella della ricca padrona conosce un nuovo vigore. La povera Hilda diventa progressivamente proprietà esclusiva della donna e, per pochi soldi, perde la sua esistenza e la sua identità. Privata d’ogni traccia di personalità, dissecata e svigorita, alla fine viene abbandonata, come un oggetto desueto e senza più valore, sia dalla padrona che dal marito.
Marie NDiaye reinventa in modo attuale e originalissimo la tradizionale dialettica servo-padrone. Hilda non c’è. Non si vede mai, si parla solo di lei. Eppure è l’unica protagonista della pièce. Hilda è l’unico motore del testo, attorno a lei si muovono gli altri personaggi, attorno a lei mutano i dialoghi.
La sua forza non è nella sua presenza, ma nella continua assenza.
Frank e la padrona, in un confronto serrato, giocano una partita terribile e senza vincitor: contendendosi Hilda perdono se stessi. Marie NDiaye è nata a Pithiviers in Francia il 4 giugno 1967 da padre senegalese e madre francese. Ha studiato linguistica alla Sorbona e ha ricevuto una borsa di studio dall’Accademia di Francia per studiare a Villa Medici a Roma. Marie Ndiaye ha iniziato a scrivere a dodici anni. A diciassette anni ha pubblicato il suo primo romanzo, Quant au riche avenir, Éditions de Minuit. La consacrazione è avvenuta nel 2001 con il romanzo Rosie Carpe che ha ottenuto il Prix Femina. Marie Ndiaye è anche una scrittrice di teatro e ha pubblicato una raccolta di racconti nel 2004 dal titolo Tutti i miei amici. Ha vinto il prestigioso Premio Goncourt nel 2009 per Tre donne forti.

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