Mi sale addosso una febbre strana
di Stefano Raspini

mi sale una febbre strana
non dormo non dormirò non avrò pace
fino a quando il sonno mi sarà ostile
aprendo gli occhi non vedo con te
il ritirarsi delle acque nere della notte
e l’alluvione di luce arrivare
non vedo i decisi cuori alzarsi
per primi e reclamare il vento il sole
i primi vagiti della rinnovata vita
chi prima s’alza ha ogni cosa in mano
e come bimbi ferma l’accesso al mondo
e quando il mondo incalza
noi siamo con le segrete creature
del sonno e ci guardiamo
smarriti mentre tutti prendono
una parte di ciò che é nostro
ho i sintomi forse di ciò che é amore
la rabbia di non vederlo già in piedi
il tempo che ci vuole
mi sale una febbre strana come
un formicolio a dorso di schiena
che porti un messaggio un cartello
fatto di perle e spine di ombre amiche
e corpi che si vedono salire
come una sorta di colpo di fucile
o di fulmine ritto che s’inarca
per più forte colpire
tutto é solo il frutto di una mente ridestata
una specie di nuova dimora dai soliti giochi di cortile
l’amore ha un nome e un cognome
non vive in comunità
non mangia con tutti
o forse sì.
non é amore universale né concetto monco
di cosa venale
é un signore nudo che é
scappato chiuso fuori dalla sua stessa
casa
dalla paura di iniziare qualcosa di nuovo
di unico in un mondo seriale barrato accoppiato a caso
mi sale una febbre strana é la pasta nient’altro
lo stomaco ora sarà richiamato
no no non può essere il fato riposa a ferragosto