Per “Atti impuri” 4: una lettera con poesia di Salvo Nugara

Quest’oggi, di buon mattino, ho finalmente preso tra le mani il n° 4 di “Atti impuri” chiamato a buona ragione anche “luogo di scritture”.

Quando ci si reca presso un luogo ancora sconosciuto è bene documentarsi per meglio orientarsi, e perciò ho avuto il piacere di cominciare leggendo l’Editoriale a cura di sparajurij. Gli editoriali in genere preparano il lettore, puntualizzano, cercano insomma di non far deviare verso percorsi fuori tema mentre questo costruisce una metafora su come il “corpo editoriale” sia riuscito a scamparla anche questa volta. Si paragona alla salamandra, animaletto delizioso e raro che se trattato bene risulta innocuo, ma capace di morsi velenosi di fronte alle minacce e poi capace di salvarsi dal fuoco. E anche di regalare gioia tattile, visiva e mentale a chi l’accarezzi. Il prezzo dell’indipendenza, quindi, è quello di trasformarsi in salamandre e provare a difendersi in tutti i modi. Mi pare che in questo nostro sventurato paese, con la memoria intermittente per le sole ricorrenze, questa necessità “animalesca” stia diventando una metamorfosi sempre più blanda poichè costano meno (e portano di più) gli inchini a scheletro intatto alle esigenze del Principe. Non è di solita polemicuccia sull’incapacità della cultura di affrancarsi di cui bisognerebbe parlare ma forse è dello spaesamento degli “operatori” culturali che non riescono a districarsi nei percorsi tortuosi della contemporaneità, a dimostrare volontà di parlare dell’oggi, delle contraddizioni feroci che stanno sottotraccia alla pervicacia della “crisi economica” che non è nient’altro che l’esplosione della malattia insita in un sistema che non prevede pluralità ed equità. Allora, sì, vedo la Salamandra che dovrà diventare ancora più furba e coriacea perchè non vorrei invece vedermi o vederci come quel bufalo attorniato dai lupi, che bene si esplicita nella bella copertina.

Come quei misteri, che invece andrebbero chiamati miracoli, una mia poesia, inserita nella prossima raccolta poetica Savana metropolitana si intitola proprio Salamandre, che allego e regalo volentieri a chi come Voi sa di cosa parlo.

Un abbraccio,

Salvo.

 

SALAMANDRE

Mi desto un po’ confuso e pesto,
ed esse sono lì già al contrasto
della luce del mattino, appese
alle persiane come fiori recisi
nei vasi delle stanze in penombra,
aspettano il gesto del cambio acqua.
Le salamandre sono idee,
si scaldano con la riflessione,
vivono sulle stecche come
fossero i fili dell’immanente.
Spalanco queste imposte
al chiaro del giorno,
assaporo l’impronta unta
sulla vernice di cemento.
Le tasche stirate accolgono
carte con formule di nuvole,
un po’ di tosse scuote un torpore
di code e vince la gara iniziata
già al primo semaforo arancio.

L’editoriale di sparajurij ad “Atti impuri” 4


“Atti impuri” 4 è disponibile in libreria