dio è piccino
di Stefano Raspini

ci sono 8000 mila morti laggiù
8000 corpi coi denti d’oro
che nessuno raccoglie nella terra del petrolio
muoiono e restano impuniti come
i barattoli o gli orsetti al luna park
anzi si ride… 8000? così tanti?
che premio mai ci sarà?
lo sa allah……
8000 morti che aspettano la fine
del vecchio giorno
nello sparuto cortile
con pezzi di cous cous e scarti
di pubblicità
la regina sorride
il re sembra un periscopio al contrario
uccide sapendo di essere visto
si sparge la voce
8000 mila morti
tutti bambini
donne senza età
vecchi ringiovaniti
8000 complici davanti al molo
aspettando il ciuffo del futuro solo qualche
capello magari la banana di elvis
il sangue marrone di mister coca cola che uccide
solo le intenzioni e qualche cent dopo le ore nel bicchiere
non hanno fegato sono morti solo in 8000
stavolta non per la guerra santa
non per una pietra nera
da girare intorno
non per un dio nerone che brucia
di assoluta presunzione.
sono morti perché volevano
seguire i sogni nel computer perché tutto il mondo
era lì a urlare guardate quanto siamo idioti
noi che non abbiamo un despota
una famiglia reale
uno scorpione che puntina le nostre ombre col livore
una prassi secolare
noi eravamo dall’altra parte
dell’oceano e siamo scappati prima di scappare
8000 morti devono tacere
da una parte l’ebreo errante
non può intervenire dall’altra le voci potrebbero sputtanare
la civiltà perfetta costruita sulle macerie della presa del potere
qualsiasi a qualunque costo
il potere che non rinnega se stesso
l’oasi che appare e scompare disegnata
sotto la sabbia e sopra in fuga, la città ideale
8000 mila morti il potere se li mangia al minuto
divora ogni arroganza come è certo di essere
immortale
lui sì
perché un altro potere lo vuole
estirpare

… se tra le piaghe di questo sudario le
nobili gocce potessero cantare e l’acqua tutta
inseminare l’arida terra subito si alzerebbero talmente
tante palme come bombe verdi nella gialla disperazione
che gli 8000 sarebbero i primi a rifocillare i loro aguzzini……
se ne andrebbero sgomenti verso i carrarmati
ad abbracciarli come dinosauri
spuntati da chissà quale era ma coi denti
meno aguzzi di quelle bombe incanalate
dentro la fossile ferraglia umana

dio salvi la regina il re l’uomo
ma sopratutto se stesso per quante volte
inutilmente è chiamato a dare torto
a chi lo vorrebbe imperituro sul trono.