Herbst
di Enrico Carovani

Percezioni d’autunno, scatto di stagione,
precipitazioni, e temperature che precipitano.
Sole si sposta dall’asse e freddo lubrico
che porta a nuovo the e maglioni informi.
I tappi raccolti da Dieter, vendemmia che
parte da quello di birra polacca a mezzogiorno.
Potrebbe arrivare la posta, potrebbe aver spedito
madre dall’Italia qualche sorta di sacra scrittura.
Quante incompiute giudichi nel non venire
a capo del tuo sesso, magari scopano lo stesso.
Quante sconclusionate ferite a morte in un colpo
solo da peni letali che le fanno camminare
per decenni senza che sappiano più cogliere
alcuna occasione di godimento, di elevazione.
Dovrebbe incaricarsi Dieter del risveglio
da questo torpore alla rovescia?
Cosa stai a raccogliere molecole di liquame
per tutto il quartiere, espii tu pure atti mancati?
L’amara vicenda di una biologa che neanche ammette
la lusinga e definisce mist il mio coraggio di dire
cosa provo quando la vedo alla finestra, arrivo dopo
la stipula di una santa alleanza tra bionde e bassine,
carriarmati in veste di ragno abili all’uso delle lenzuola.
Falla finita Dieter, non avrà mai connotati di successo
l’impresa di raccolta su cui neanche è fissata ricompensa.
Questo, in fondo, se ci pensi bene, è già anche
                                                     un criterio di scelta.