Il vero timore del “faccendiere” Lavitola
di Leo Winkler

Interessante vedere questo signor Lavitola, intervistato da La7, interessante sentirlo parlare.
Venendo definito “faccendiere”, il Lavitola dice di non capire bene il significato della parola, e di aver guardato anche sulla Treccani cosa vuol dire “faccendiere”, ma di non aver capito bene la spiegazione. Strano, i vocabolari famosi sono ben fatti.
Forse gli sarebbe bastato consultare il vocabolario Zingarelli, che spiega:
“faccendiere”: “chi si dà da fare in intrighi e in affari poco onesti”. Sinonimi: “armeggione, intrigante, maneggione”. E riporta questo chiaro esempio, di Machiavelli:
sono sempre nelle corti […] faccendieri, che stanno desti per intender le cose che vanno attorno” (ed. 1970 e seguenti).

Dunque due sono le caratteristiche del “vero” faccendiere indicate da Machiavelli, già 5 secoli fa: “stare desti” e sempre attivi “per intender le cose che vanno attorno”. Infatti il faccendiere non sta mai fermo, è sempre in giro. E vi sembra che un “vero” faccendiere non si allarmi a pensare che i suoi congeneri e i potenziali “datori di lavoro” possano credere che lui si è comportato da “stupido”? E che un “vero” faccendiere si faccia scappare l’occasione di “servire” a puntino ai vizi di un signore potente! Ci si tuffa, invece!
Ma poter essere considerato uno stupido … no, quello è proprio insopportabile per qualsiasi “dritto”, una vera rovina!
La frase di Machiavelli ci dice poi che dove ci sono le corti, ci sono “sempre” i faccendieri.
Perché la corte di Berlusconi dovrebbe essere l’ eccezione?
Ma la democrazia non ammette l’esistenza delle corti, è sorta in contrapposizione alle “corti”.
Per questo Berlusconi se ne deve andare, con la sua corte … e i suoi “faccendieri”.