Io sono morta sotto il lavoro
di Alessandra Carnaroli

Io sono morta sotto il lavoro
Di uomini che non hanno visto bene
Ci voleva più ferro chissà ci voleva il cemento
Lo smalto aperto il phon nell’armadietto
Sono morta sotto un muro di sabbia e capelli
E crepe nella torta che faceva gola a tutti
Sono morta perché non c’era pericolo
il letto piangeva per niente
la morte era assestamento
ogni mensola storta un lamento
di troppo

c’era solo bisogno di una goccia d’olio
c’era solo bisogno di sangue

Io sono morta sotto il lavoro
Di uomini che hanno fatto
le case senza osso
Sopra una terra scoperta che dà la scossa
tendine di pelle e chiodi e finestre
crocifisso senza collo appeso al niente
bastava tirare l’acqua al proprio mulino
veniva giù il soffitto cadeva il mondo

Io sono morta sotto il lavoro
Di uomini senza occhi
Che non hanno visto i vestiti
Saltarmi addosso coprirmi
Di lana inverno e pioggia
I libri
La maglietta storta
Il profumo a fiotti
Dalla bocca aperta

Io sono morta sotto il lavoro
Nel cantiere L’Aquila
Ancora aperto
Sono morta presto
Iscritta al secondo anno
E poi basta