Malocchi /1
di Elisa Alicudi

Il vento entra nella piccola feritoia dell’occhio, la palpebra cade, si riapre e fissa la pioggia ruvida che con lima sgretola l’incavo. Come cumuli d’epitelio le foglie secche levano il varco, percuotono la fessura. Stanata la retina, l’occhio si fa mistura.

***

Continuerai a immaginarmi piccola come una foglia?
Senza contare le vene.
Non so scrivere e vivo nei tronchi,
piaccio al silenzio degli insetti.
Ora è difficile. Ora squittisce,
brunisce e seduce l’occhio dentro
l’occhio.
Chi sei tu? Non ti chiamo alla guerra,
non penso alla costola
che libera dalla calza,
ma a un misero arlecchino.

***

I nani spenti mangiano nuvole
e barattano ospiti con l’agrimensore.
Da tempo è caduto sulle piccole cose
il cielo. Un rotolo di cartapesta
avvolge i campi, le case.

***

Le cornee fiumano vene boreali.
Un cavallo piomba sulla sua
retina obliqua.