Senza scrittori a Torino

Lunedì 27 settembre 2010 alle ore 21.00 il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo (sala2)  il documentario Senza scrittori (I 2010, 75’) di Andrea Cortellessa e Luca Archibugi. L’ingresso è 5 euro (ridotto 3,50).

La proiezione sarà introdotta da una breve presentazione del film a cura dei due registi. Al termine della proiezione, discuteranno con loro Davide Ferrario e Gianlugi Ricuperati (quest’ultimo è saggista e scrittore, collabora con il Sole 24 Ore e il Castello di Rivoli).

Rai Cinema e Digital Studio presentano

Senza scrittori

un documentario di Andrea Cortellessa e Luca Archibugi con la collaborazione di Elisa Veronica Zucchi

(durata 72 minuti)

Il titolo suona volutamente paradossale. In Italia ogni anno vengono pubblicate decine di migliaia di novità librarie, e letteralmente non si contano gli esordi di poeti, narratori e saggisti. Il titolo di scrittore, insomma, non si nega a nessuno: tanto più che chiunque raggiunga una certa fama, a qualsiasi titolo (foss’anche anche quello di efferato pluriomicida), si sente in dovere di corroborarla, e insieme sfruttarla, pubblicando appunto un libro. Il libro è così divenuto il feticcio per eccellenza della nostra «società del narcisismo». E attorno al libro s’è affermata, con la nascita e il crescente predominio dell’editoria di massa, una vera e propria industria della vanità: che passa per la “macchina” editoriale, improntata a criteri di produzione sempre più automatizzati e standardizzati; la “filiera” per molti versi perversa della distribuzione, sempre più condizionata dalle concentrazioni proprietarie; il “tritatutto” della promozione, che gigantografa le figure-feticcio degli autori à la page coi meccanismi numerolàtrici delle classifiche di vendita e la spettacolarizzazione dei festival letterari; infine la “tonnara” della vendita al dettaglio, che spinge i malcapitati lettori al consumo più immediato e irriflesso in luoghi sempre più alienanti e massificanti.

A fronte di questo sistema apparentemente senza falle né residui, Senza scrittori mette in scena un guastafeste ingombrante, un grillo parlante curioso e molesto – il critico Andrea Cortellessa – che quelle falle e quei residui ostinatamente cerca e in parte trova, sottolineando le diverse interpretazioni che della famosa “filiera” – contro un pensiero che tutto presenta, invece, come “seconda natura” – possono essere date da soggetti diversamente responsabili. E che infine, quasi per caso, perviene in un luogo che pare fuori dallo spazio e dal tempo, la fantomatica Stazione di Topolò sita al confine con la Slovenia: dove espressione artistica e letteraria, relazioni personali e col territorio, senso della storia e dell’identità sembrano trovare un equilibrio – precario quanto affascinante.