Letteratura e lavoro, Letteratura e azienda

Nel 2002, anno in cui arriva in libreria anche La dismissione (Rizzoli) di Ermanno Rea, oltre la metà dei giovani autori presentati all’edizione di Ricercare proponeva dei testi che avevano a che fare col proprio lavoro: gli esordi di Francesco Dezio operaio (licenziato), di Giorgio Falco che lavorava “per una nota azienda di telecomunicazioni” e di Tullio Avoledo, impiegato “in un ufficio legale” erano infatti tutti ispirati alle esperienze dirette di ciascun autore.

Presentandosi, Falco elencava una serie di precedenti lavorativi: “Ho fatto il fattorino e l’attacchino. Ho fatto il venditore di scope per un’azienda leader nel settore. Per quattro anni ho fatto il disinfestatore. Ho vissuto a Padova. Ho fatto l’operatore telefonico nel periodo d’oro del Nord Est.”

Anche il gruppo “sparajurij” potrebbe essere messo nel conto, dato che si presentava allegramente come una no-avanguardia di disoccupati senza futuro, e nasceva dal collettivo torinese degli “Invisibili”, all’interno del quale si formerà anche quello dei “Precari su Marte”, tra i primi a sollevare in Italia la questione della precarietà all’interno della lotta no-global.

La stessa estetica musicale e del frammento esibita degli “sparajurij” caratterizzava le opere di Falco e Dezio, poi uscite in Nicola Rubino è entrato in fabbrica (Feltrinelli, 2004) e Pausa Caffè (Sironi, 2004) , rappresentative di una forma peculiare di resistenza alla realtà (sempre più irreale) del lavoro che cerca attraverso la scrittura di dare un senso (per lo più ritmico) al non-senso delle proprie esperienze lavorative.

Insieme a una manciata di titoli arrivati per vie traverse in libreria nella seconda metà degli anni ’90 (come gli esordi di Pennacchi, Culicchia, Lolli, Nata…), queste opere possono oggi essere ascritte a una sorta di nuovo genere, che l’editoria ha iniziato a promuovere con sempre più convinzione, e che ha riportato il (non)lavoro al centro della narrativa, e della docu-fiction, del nuovo millennio.

Oggi un volume della collezione di “Narrativa” fa il punto su questa produzione sotto al rinnovato tema di Letteratura e azienda.

Ecco qui una fin troppo dettagliata recensione del volume:

http://www.retididedalus.it/Archivi/2010/estate/LUOGO_COMUNE/3_letteratura.htm

 

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