Literaturwerkstatt, i nuovi media della poesia – poesiefestival berlin 2010 – Fokus Mittelmeer. 3
di Sergio Garau

3. Il mare come mezzo di comunicazione

Domenica mattina, Tiergarten, Berlino. Il Fokus del Poesiefestival: Mittelmeer, mare di mezzo, viene proiettato nel Clubraum dell’Akademie der Künste. Sotto lo schermo blu arton1957Thomas Wohlfahrt, direttore della Literaturwerkstatt, procede a una rapida introduzione del Colloquium. Il libro per la poesia è un medium sempre più problematico: non può riprodurre la voce, è acquistato sempre meno e le grandi case editrici chiudono le collane di poesia. «Dove verrà pubblicata la poesia del futuro? Quali saranno le sue caratteristiche? In che modo le nuove strade e tendenze attraverso podcast, ebook, cd, iphone, performance, poetry slam, concerti e festival ne influenzeranno la scrittura?». Cercando risposte a queste e altre domande Stephan Porombka, studioso di letteratura digitale, conduttore del Colloquium, invita sul palco editori, professori di lettere, organizzatori di festival, poeti, filosofi, scienziati dei media.

L’incipit è affidato a Nora Gomringer, poetessa pubblicata in volume, in video, in poetry slam, reading, su internet (www.nora-gomringer.de/), da poco direttrice di Villa Concordia, prestigiosa e internazionale residenza artistica di Bamberg (www.villa-concordia.de). Gomringer dichiara subito che tradirà le aspettative con un intervento sull’argomento tutt’altro che entusiasta. L’autrice sostiene che la poesia, rapita dai nuovi media, nella più parte dei casi se ne innamori e perda in qualità e criticità – in particolare nelle videopoesie le immagini finiscono per avere una funzione didascalica, ornamentale, superflua, di rado intessendo una pregnante poetica tra testo verbale e testo iconico. Altre medialità possono essere usate in poesia a patto di preservare la centralità del testo poetico, come nell’opera di Eduard Escoffet – dichiara Gomringer. «Una poesia è una poesia – Ein Gedicht ist ein Gedicht – e non un libretto per un video musicale». Vestendo i panni di promotrice e organizzatrice Gomringer riconosce sì la necessità crescente per la poesia di appropriarsi dei nuovi media, ma da autrice ha molte riserve. «Tuo padre ha fatto design, non poesia» le era stato detto di Eugeni Gomringer, padre della poesia concreta.

Marco Beckendorf, della casa editrice Hochroth Verlag di Berlino, reagisce ai problemi di mercato della poesia non tanto attraverso i nuovi media (www.hochroth.de) ma attraverso peculiari modi di produzione e distribuzione. La Hochroth Verlag pubblica i suoi autori – spesso giovani ed esordienti – in edizioni limitatissime – una ventina di esemplari – stampate e rilegate direttamente nell’appartamento di Beckendorf. Il risparmio sul materiale – la copertina è un cartoncino nero uniforme forato – e sulla distribuzione – i libri non si possono trovare in libreria ma è l’editore stesso che si aggira per i ristoranti di Berlino in cerca di potenziali acquirenti – consentono il prezzo contenuto di 6 euro, una maggiore flessibilità nella scelta dei titoli e un’eventuale ristampa senza problemi. Hochroth Verlag non è comunque contrario ai nuovi media, le presentazioni dei libri ad esempio sono registrate in video e pubblicate in rete. «Ad ogni modo la poesia non dà di che vivere» conclude Beckendorf.

Il terzo ospite è Andreas Herdmann, ideatore e responsabile di poetenladen (rivista, casa editrice e spazio virtuale – www.poetenladen.de). Herdmann rileva prima di tutto che il testo poetico con i nuovi media non sia, almeno nella sua esperienza, radicalmente cambiato – la rete è per lo più usata come ripiego per quei testi che non sono potuti uscire in volume. La poesia in internet è dunque a un binario morto tranne quando si inserisce in reti e piattaforme (poetenladen ad esempio). Il ruolo efficace di internet per la poesia sarebbe dunque sostanzialmente informativo, di supporto alla produzione cartacea – Herdmann cita al proposito un volume da lui pubblicato, disponibile per intero anche on-line, le cui vendite sono sensibilmente aumentate. Ad ogni modo l’editore non vede (ancora) nei nuovi media delle possibilità di diretta produzione poetica e riscontra come l’euforia di fine anni Novanta per la Letteratura Digitale sia recentemente scemata.

Dieter Mersch, studioso dei media e professore all’università di Potsdam, chiude la prima sessione di interventi dando un respiro storico al dibattito, illustrando alcune medialità e forme della poesia esplorate dalle avanguardie primonovecentesche e degli anni Sessanta. Il professore, al contrario di Herdmann, esprime il suo interesse non tanto per gli usi documentari, archivistici e promozionali dei nuovi media, quanto piuttosto per le possibilità di produzione poietica. Mersch trova molto stimolante la possibilità di fondere in un’opera letteraria la logica linguistica e figurale della poesia con la logica neomediale, da lui definita Entscheidungslogik, logica decisionale, propria del gioco, della scelta basilare tra 0 e 1 – una fusione che cambierebbe la poesia radicalmente. Si tratta di un’area esplorata da movimenti quali la poesia computadora – aggiunge Nora Gomringer – e i codeworks, che usano i linguaggi di programmazione sulla superficie visibile.

Nella pausa gli astanti sono invitati a fare un tuffo nel laghetto lì vicino o quantomeno nel mare di pollini e di sole – per contrasto ai toni per lo più cauti e moderati vengono in mente www.looppool.de/, il webslam di ARTE, www.aaleskorte.de, legible city:

Remediation di J. D Bolter e R. Grusin, The Language of New Media di L. Manovich … Inizia la seconda parte, ma di poesia e nuovi media per altri versi riparleremo (prossimamente su questo blog).

Anja Utler, autrice di Regensburg, racconta come a un certo punto abbia sentito la sua scrittura intrappolata nel medium libro. Chiede allora a un suo amico artista mediale di elaborare un programma informatico che le consentisse una scrittura non lineare: il “sistema korsakoff”. La poetessa non è affatto soddisfatta dal programma, non termina il progetto e anzi si convince della necessità della “trappola” del libro, la (sua) poesia è testo scritto al più completato dalla voce ma nulla più. Il libro sarebbe il medium naturale e fondamentale della poesia, la pagina di carta sarebbe indispensabile.

Bas Kwakman, direttore del festival Poetry International Rotterdam (www.poetry.nl) fonda invece il suo intervento su una proposta concreta. Egli propone il World Wide Poetry Web, motore di ricerca che coordini i più importanti archivi, siti, portali di poesia al mondo (ad es. www.poetryarchive.com, www.poetryfoundation.org, www.poemlife.com). Attraverso questo motore di ricerca si potrebbe facilmente accedere a testi scritti, registrazioni audio-video, traduzioni, calendari dei reading di un qualsiasi poeta. Il progetto sarebbe particolarmente significativo per quelle aree del mondo in cui la poesia viene trasmessa quasi esclusivamente in rete (come ad esempio in Zimbabwe, dove praticamente non esistono pubblicazioni cartacee di poesia contemporanea).

Segue un intervento di Kai Wermer, responsabile di Freshmilk (www.freshmilk.tv), non solo web-tv ma eclettica azienda specializzata nella progettazione di applicazioni per tecnologie mobili. Wermer, in un sofisticato intervento intermediale (fa scorrere le slides sullo schermo, illustra via microfono, una telecamera riprende l’iphone che ha in mano proiettandolo live sullo schermo), presenta un’applicazione che permette a lyrikline (www.lyrikline.org) di essere accessibile via iphone. La soluzione prospetta una poesia ubiqua e personalizzabile dai lettori.

L’ultimo a salire sul palco è Armin Schäfer, letterato di Berlino. In modo consapevole Schäfer afferma che gli studi letterari allo stato attuale non sono in grado di comprendere la poesia neomediale. Quello che lo studioso di letteratura deve fare è adeguare i suoi strumenti alle differenti medialità nelle quali si presenta la poesia, esaminando volta per volta i modi in cui i media influenzano la scrittura poetica. Calzante il paragone di Schäfer con quanto Orazio afferma nell’Ars Poetica sulla funzionalità del giambo per le declamazioni di poesie negli stadi: «È naturale che poesie verranno scritte per i nuovi media, bisogna vedere quale sarà la “metrica” adatta».

Il dibattito si conclude con qualche intervento dal pubblico: una ragazza avvicinatasi alla poesia grazie al popolare fenomeno del poetry slam si meraviglia come mai di poetry slam non si sia parlato. Se in una grande libreria del centro di Berlino la poesia contemporanea è relegata in un angolo nascosto, ogni mese in tutta Germania si avvicendano centinaia di poeti di fronte a decine di migliaia di spettatori (www.myslam.net) – letture poi registrate e pubblicate su youtube – video di cui la ragazza dice di fruire quotidianamente.

Nel pomeriggio, a Colloquium finito, la domanda come sarà la poesia del futuro, com’era immaginabile, non ha trovato risposta – i mezzi di navigazione per la poesia nel mare dei media sono infatti ancora tutti da scoprire e ri-mediare, come sempre, {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} {in loop} […]

bonus:

una fondamentale mostra e conferenza di poesia digitale era stata organizzata dalla Literaturwerkstatt nel 2004 a Potsdamer Platz: p0es1s

poi riedita nel poesiefestival berlin 2009: