Ateliér F.V.K
di Michele Di Mauro

dimauro

IL CANCRO DEL SILENZIO SI MANGIA ANCHE LE PAUSE

Abbaio un dolore afono.
Mi sento una lucertola che attraversa il sagrato con un verme in bocca.
Quanto buio_tante bestemmie.
Profonda
era
l’orma
che quegli occhi lasciavano
nella tua astuzia di neve.

Così potrai portare per sempre il suo volto sul tuo.
Tutt’uno con la bellezza.
Cerco te, con la scusa di cercare me.
Perso
nello specchio delle corrispondenze somatiche.
Secoli di anestesia.
E qualche tarma già rosicchia baveri e comodini.

Voglio toccarmi dentro.
Salirmi a rovescio fino alla laringe e togliermi questo nodo in gola.
Nessuna consolazione.
Il corpo è scollegato.
Ansia
che fischia come un treno.
La voce mi fa male.
La vita sfrega tutt’intorno contro gli spigoli delle cose.
Ore ed ore a smillimetrare il talento:
una scheggia d’infinito.
5
lunghissimi
minuti.

Tornerò al centro e risponderò di tutto.

A. VREJENSKO (ateliér F.V.K.)

UNA SPECIE DI DESERTO

Senza mai alzare gli occhi
celebro le mie
dimenticanze

Non basta
avere un nome e un cognome
per essere
vivi.

Ci si abitua
al vuoto
del sonno

all’evidenza
matematica
del tempo che
divora
e sputa fuori

all’abbandono
all’euforia
all’indecenza di certe
piccole
felicità.

C’è sempre
qualcosa
di doloroso
nel silenzio della scrittura.

A.VREJENSKO (ateliér F.V.K.)

SENZA SMETTERE MAI

Svelta la notte svelta.

Tutta quella luna!

Continuamente
la mente
mente
e continua,

continuamente.

Svelta
nella notte che rallenta
la luna
scolora
e s’invola.

Una volta sola.

R. KUPTKA (ateliér F.V.K.)